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Walden intervista i camminatori

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Walden ha pensato di intervistare alcuni viaggiatori che da anni camminano con noi, per conoscere chi sono, dove hanno viaggiato e qual’è il loro viaggio che è rimasto più impresso. Ecco alcune interviste, foto e emozioni che condividiamo con tutti i camminatori!

Grazie a chi ci ha risposto e ci ha così permesso di raccontare, attraverso le loro parole, chi sono i nostri viaggiatori e le loro passioni.

Intervista di Tiziana Piroddi 

Ciao Tiziana, come “colpevole” per averti introdotta al cammino con una bella avventura in Turchia, sono contento di intervistarti e di essere io a chiederti di come ti sei avvicinata al camminare?

 Per caso. In un periodo di cambiamenti di vita, un giorno, mentre andavo a Bologna, un collega mi ha mostrato il sito di Walden, che mi è rimasto in testa per mesi.  Ho scoperto poi che il collega era il marito di una persona a me carissima, ma, al momento, non lo sapevo (a volte la vita ci sorprende…).

Con un po’ di incoscienza, mi sono iscritta al viaggio in Cappadocia, con Alessandro Vergari. Non avevo capito, avendo letto male le informazioni contenute nel  sito, che si trattava di un viaggio zaino in spalla. Quando ho recepito il messaggio, per paura, mi sono super-allenata (in un mese ho fatto di tutto: nuoto, nordic walking, corsa…). Il risultato è stato quello di un’infiammazione alle ginocchia, che mi ha fatto provare di tutto (antinfiammatori percutanei, per bocca, intramuscolo),  e dubitare di partire. A Istanbul, in aeroporto, ho pensato di tornare indietro. Ma mi sono ripresa, ed è andata!

Qual’è il viaggio che ti è rimasto più impresso?

 Il primo, in Cappadocia, perché, appunto,  è stato un battesimo. L’amore cronico è la Grecia, dove torno ogni anno per un trekking diverso. La Grecia è bellezza estetica e intensità dell’antico. Connubio inebriante.

Racconta un aneddoto di un momento che ti è successo in cammino…

Ad Itaca, lo scorso anno, mentre facevamo un percorso, abbiamo visto una sedia con una caffettiera poggiata lì, con acqua e nécessaire per il caffè. L’artefice dell’opera era un medico di origine libanese, che viveva lì accanto, e che  ci ha rifocillato con altri viveri e con la sua storia.  Mi è rimasta nel cuore l’accoglienza indiscriminata, alle genti.

Qual’è la differenza tra Walden e un altra organizzazione di viaggi a piedi?

 Walden è stato il mio primo amore di camminatrice, quindi nutro un affetto speciale. Attraverso questa via  iniziale ho potuto conoscere meglio il parco vicino a casa (che ho ignorato per sette anni), e anche le realtà locali che si occupano di conoscere il territorio a piedi. Credo che Walden abbia un catalogo molto ampio di possibilità, sia in termini di difficoltà, che di mete esplorate.  La differenza, mi viene da dire, sta nella cura e nella capacità che molte guide hanno di creare gruppo da appena ci si incontra, e anche di valorizzare l’umano negli incontri con le persone di altri luoghi.

Una frase da regalare ai nostri camminatori?

“L’evoluzione ci ha voluto viaggiatori. Dimorare durevolmente, in caverne o castelli, è stata tutt’ al più una condizione sporadica nella storia dell’uomo. L’insediamento prolungato ha un asse verticale di circa diecimila anni, una goccia nell’oceano del tempo evolutivo. Siamo viaggiatori dalla nascita. La nostra mania ossessiva del progresso tecnologico è una reazione alle barriere frapposte al nostro progresso geografico.” (Bruce Chatwin, Anatomia dell’irrequietezza)

Intervista Franco Sgubbi

Ciao Franco, sei uno dei camminatori con più esperienza che conosca: Hai fatto tanti viaggi a piedi che nemmeno li ricordo più tutti. Mi è rimasta ancora impresso l’ultimo bivacco a Cofete, sperduta località a Fuerteventura, dove definitivamente decidesti che le notti in sacco a pelo non facevano più per te; ma avevi più di 70 anni!  come ti sei avvicinato al camminare?

Avevo 21 anni quando sono andato per la prima volta sulle Dolomiti e più precisamente in Val di Fassa e per ben 14 anni sono stato fedele a quell’area. Per oltre 32 anni ho poi camminato nella zona delle Dolomiti del Brenta e Val di Sole. Da allora non ho mai smesso di camminare, da solo o in compagnia ho camminato un po’ in tutto il bacino del Mediterraneo.

Come hai conosciuto walden?

 Alla fine degli anni ’90 ho iniziato a camminare con “Boscaglia” e, senza entrare nel merito, ho continuato a camminare con Walden dall’inizio della sua costituzione.

Lo so che è difficile, ma qual’è il viaggio che ti è rimasto più impresso?

Sicuramente il viaggio che più mi è rimasto nel cuore è la Via Licia in Turchia, ma non posso non citare Karpathos e Le Azzorre. Innumerevoli altri viaggi mi hanno entusiasmato ma andrei oltre la domanda che mi è stata posta.

Lo so che è difficile, ma qual’è il viaggio che ti è rimasto più impresso?

Proprio sulla Via Licia, uno dei primi viaggi che ho fatto, i miei compagni seguivano le gocce di sudore che lasciavo sui sassi e sul sentiero. Zaino da 14 Kg senza schienale, scarpe inadeguate e sole cocente anno contribuito a farmi perdere 3-4 Kg. Bella cura dimagrante e presa di coscienza di cosa è davvero necessario per camminare.

Se vuoi dirlo o c’è, secondo te qual’è la differenza tra Walden e un altra organizzazione di viaggi a piedi?

Con Walden il viaggio è davvero “camminare”, è davvero un immergersi in un altro mondo, uno stacco radicale dalla quotidianità. Le Guide hanno esperienza, l’Organizzazione accurata e responsabile, rispettosa delle regole e delle leggi che riguardano l’attività. C’è trasparenza nel contratto e non ci sono sorprese nel durante e a conclusione del viaggio, sanno gestire con grande competenza gli imprevisti e le criticità. Ho viaggiato con altre Organizzazioni ma sono sempre tornato a Walden.

Una frase da regalare ai nostri camminatori?

Camminare è una terapia fisica e mentale. E’ la soluzione più naturale per vivere bene e in salute. Sono stati scritti montagne di libri in proposito, inutile aggiungere commenti. Camminate gente, camminate!!

Intervista di Fabio Giuliani

Ciao Fabio, con te abbiamo ormai una decennale amicizia grazie al camminare e l’anno scorso ci hai anche aiutati al Social Trekking di Roma, come ti sei avvicinato al camminare?

 

In realtà fu’ una casualità o meglio la provvidenza perché arrivavo da un momento difficile come spesso accade per un gran numero di camminatori. Un problema grande é la vita nel reale  vero gigante da affrontare, alcuni pensieri  ti stringono la mente cosi finanche  il movimento. E cosi una mattina arriva lui l’amico, quello che ti propone la via di fuga ed proprio di una via che si parla, LA VIA LICIA destinazione Turchia, un viaggio a piedi, una destinazione verso l’incognito ma poi come spesso accade  questo si trasforma in scoperta. Non saprei descrivere con certezza il punto su cui si focalizza un viaggio a piedi ma posso dire con sicurezza che questo é posizionato tra l’incertezza, l’indecisione nonché il pensiero della rinuncia , scavalcato il muro dell’ ostento appare  l’orizzonte tutto si fa’ più chiaro, sicuro, ed una nuova “VIA” si è aperta.

Come hai conosciuto Walden?

Conosco Walden dalla sua nascita ricordo ancora le sue radici, la vecchia associazione con cui iniziai a camminare. Seguo Alessandro Vergari uno dei fondatori con interesse, le sue proposte di viaggio non nascono per caso, sono frutto di ricerche culturali  nascono dalla passione, i libri o le lettere quelle che ci indicano la direzione a cui volgere lo sguardo. Quando penso a Walden la mia testa si volge verso alcune citazioni del libro di Umberto Eco…”Spesso i libri parlano di altri libri…Spesso un libro innocuo è come un seme, che fiorirà”…Posso sostenere che WALDEN persegue i valori dell’Etica Sociale, la Scoperta, l’Incontro nonché l’Integrazione avvengono tramite una Conoscenza diretta con culture spesso a noi ancora sconosciute.

Lo so che è difficile, ma qual’é il viaggio che ti è rimasto più impresso?

Difficile davvero ma scelgo non il più bello ma quello che ha perforato la mia corteccia di uomo, quello che col peregrinar nel passato ha favorito la conoscenza e l’incontro di vecchie culture il MARAMURES regione settentrionale della Romania. Ho avuto nel passato modo di confrontarmi sui viaggi a volte intesi solo come meta Turistica e a chi dicessi vado in Romania un coro di “ e che ci vai a fare “ ed oltretutto a piedi, ammutolivo le menti di chi vede il benessere e l’ozio l’obbiettivo di una vacanza relax. Vi dico che viaggiare per un attimo nel passato coi mezzi del futuro , un treno modernissimo che ferma in  stazioni degli anni 20 o vedere un carro stracarico di fieno discendere una montagna nel verde dei boschi e attraversare quei luoghi con un treno a vapore alimentato a legna, è un ricordo che rimane impresso come un Sogno. Ma poi arriva quello che ti offre una Grappa in una festa popolare che ti offre da dormire da mangiare, be’ potrei star qui a parlare di regioni di paesaggi di popoli di culture ma una sola parola mi riecheggia nella mente ed è INCONTRO.

Racconta un aneddoto di un momento che ti è successo in cammino…

Ancor mi si accappona la pelle; ero sulla via francigena e precisamente a Vetralla. Come tutti i pellegrini alla ricerca di un timbrino che attesti la credenziale, io e la mia compagna entriamo nella cattedrale, ci tengo a precisare “ Vuota”. Non posso andar via senza la mia reliquia quindi ci rivolgiamo alla parrocchia poco distante dove offrendoci ospitalità ci indicano il ritorno alla Cattedrale. Sono da poco passati  30 minuti e aprendo nuovamente la porta della Chiesa Madre, materializzati di fronte a noi sono centinaia di fedeli ed il parroco come un apparizione svolge il rito domenicale. Vedendoci entrare lo stesso ferma la funzione e tacitando il microfono si dirige verso di noi. I fedeli sbalorditi ed ignari di quanto sta accadendo girano lo sguardo su di noi, siamo al centro dell’attenzione  illuminati dalla luce del Rosone Centrale, per un breve tempo abbiamo paura anche se quella è la casa del Signore. Ma il Don raggiungendoci a pochi metri si genuflette a noi ed alta voce dice:  “MI INGINOCCHIO A TE VIANDANTE… IL  PELLEGRINO PER ME E’ GESU’ “. Daniela incredula di tanta onorificenza  continua a ripetere …Non ho capito cosa ha detto? Ed  io …hai capito.. hai capito bene …Solo il cammino poteva farti un regalo simile …pellegrino quanto sei importante… ma sei cosi piccolo di fronte a tutto questo !!!!!!

Se vuoi dirlo o c’è, secondo te qual’è la differenza tra Walden e un altra organizzazione di viaggi a piedi

Essere un guida non è solo portare in giro la gente.. essere guida significa metterci passione. La passione è la portante su cui scorrono non solo informazioni ma il filo con cui comunichi con gli altri, è il legame che instauri per poter parlare la stessa lingua. Walden è capace di questo, è capace di trasmettere le sensazioni . E’ anche turismo responsabile e questo interrompe quel flusso incentrato sul turismo di massa prediligendo invece le direzione che risalta la valorizzazione del territorio e l’integrazione culturale. I doni che un viaggio può darti sono molti ma queste sono qualità difficili da trovare in altre  organizzazioni.

Una frase da regalare ai nostri camminatori?

“E’ sulla strada che vi ho incontrato ..e sulla strada ci rincontreremo ”

Questo è un augurio e non una promessa.

Alla fine del viaggio il forte legame del gruppo si interrompe  e gli arrivederci sembrano molto più un ADDIO.

Ho incontrato molte persone, alcune le ho rincontrate sulla strada, alcune camminano ancora con me, altre hanno preso nuove direzioni ma tutti sono sulla strada.

Il viaggio finisce ma qualcosa invece è nato, la dove si vede la fine molti vedono un inizio, alcuni trovano nel cammino un identità, ma il viaggio continua lungo inesorabile metafora della vita.

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  • IMPEGNATIVO

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