Un cammino epico ed avventuroso alla scoperta di storie ed ambienti affascinanti e poco conosciuti vicini a casa.
Partiremo da Passo Rolle, dove le cime rocciose e le praterie alpine zone delle rocce e dei pascoli di alta quota, cento anni fa furono sconvolte dal fronte della Grande Guerra. Passeremo per la Valle del Vanoi, dove le comunità dei boscaioli abitavano in masi e baite di tronchi e assi e lavoravano nei boschi di abeti e larici. Dal torrente Vanoi i menadàs e gli zatterieri facevano poi fluire il legname tagliato lungo l’asse fluviale del Cismòn e del Brenta, verso i mercati di Padova e di Venezia, protesa verso i lontani porti di Oriente.
Il Cammino del fiume di legno diventa anche memoria dei confini che i tronchi e i loro conduttori attraversavano: il più importante era lo Schenér, che divideva l’Impero austroungarico e la Serenissima Repubblica di Venezia, dove un castello arroccato controllava il passaggio da uno sperone. Dormiremo alla vecchia dogana austriaca, ora diventata comodo albergo e, passando, vedremo i resti del castello.
Percorreremo poi il Sovramonte, l’antica via di comunicazione tra il Primiero e il Feltrino, che ci racconta storie di contrabbandieri, di vescovi esausti dopo una visita pastorale condotta a un passo dallo strapiombo, di luoghi di raccolta e di dazio. Giungeremo quindi al ponte della Serra e alla piana di Fonzaso, dove i tronchi venivano selezionati, misurati e tassati e costeggiando il Lago del Corlo, arriveremo a Valstagna sul Brenta.
Qui il legname veniva legato in zattere ed era al tempo stesso merce e mezzo di trasporto per altre merci che viaggiavano in maniera preferenziale per le rapide ed efficienti vie d’acqua, di cui, in parte, approfitteremo anche noi.
Il cammino arriva a Bassano, con l’iconico ponte vecchio, in legno, costruito su progetto di Palladio, città elegante con le case e le ville che si specchiano nel Brenta, il castello, la torre civica e il palazzo pretorio da cui un pacifico leone di Venezia ci ricorda che siamo in una roccaforte della Serenissima.
Il Brenta prosegue poi come canale verde e selvatico in una pianura sempre più popolata di paesi, campanili, mulini, frantoi, cartiere, fino a Padova, città dotta e godereccia. Cammineremo dunque lungo la Riviera del Brenta delle ville palladiane, cuore di un intenso traffico di merci e persone lungo la complessa rete idrografica pianificata e mantenuta dalla Repubblica veneziana. Alle zattere si affiancano i burchielli, le gondole, le sampierote: siamo a Venezia e il nostro viaggio si conclude non a San Marco, luogo di potere, ma a Dorsoduro, sestiere della fatica, alla chiesa di San Nicolò: patrono degli zatterieri, dei menadàs e di tutti i mestieri legati all’acqua; acqua che insieme al legno è il filo di unione di questo cammino fluviale che inizia sommesso dalle sorgenti ai piedi delle Dolomiti e si dissolve leggero nel mare.